martedì 18 dicembre 2012

La prima tessera

 
Una settimana fa è stato dato il Premio europeo per la vita a Chiara Corbella.
Spesso nella vita c'è un prima e un dopo; non è sempre così, ma a volte succede. Ci sono dei piccoli o grandi eventi che funzionano come la prima tessera del domino: cadendo innescano la reazione a catena lungamente preparata impilando con certosina pazienza tutte le altre. La storia di Chiara Corbella è una di questi.
Don Fabio ha sempre detto che siamo chiamati a grandi cose. Per noi intendeva tutti quelli che passavano dalle sue parti a vario titolo, e in senso lato la nostra generazione nel suo complesso. Non è che non ci credessi, però in fondo in fondo una parte di ma la considerava un'esagerazione, tenevo in sospeso quella considerazione come si fa di qualcosa di cui si è convinti fino ad un certo punto. Poi è arrivata Chiara: la sua vicenda ha invaso la vita della nostra parrocchia anche se io, non conoscendola direttamente, l'ho seguita da lontano e con un certo timore reverenziale, perché a guardarla direttamente la luce ti abbaglia.
Però dal giorno del suo funerale prendo le parole di Fabio più alla lettera, perché Chiara mi ha fatto rompere gli indugi. Per compierle, quelle grandi cose, non è necessario combattere chissà quale battaglia, vivere in chissà quale epoca o scrivere opere memorabili, ma basta entrare nel proprio ruolo: Chiara ha fatto al madre, fino in fondo, semplicemente.
E' proprio vero, lo leggo e rileggo scritto e vissuto in mille modi diversi (come l'affresco di San Clemente in testa al post): il Cristianesimo non è vivere cose straordinarie, ma rendere straordinarie le cose ordinarie