lunedì 23 febbraio 2015

L'educazione dei figli


L'educazione dei figli è impresa per adulti disposti ad una dedizione che dimentica se stessa: ne sono capaci marito e moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l'affetto necessario

Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che sappiano amare il bene e guardarsi dal male e che abbiano in orrore la menzogna. Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro; siate fieri piuttosto che vadano incontro al domani con slancio anche quando sembrerà che si dimentichino di voi.

Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li chiama a qualcosa di bello e di grande, non siate voi la zavorra che impedisce di volare. Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che decidere bisogna, e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire: è insopportabile una vita vissuta per niente.

Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima che voi avete di loro; più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l'arte, la forza anche di sorridere. E tutti i discorsi sulla carità non mi insegneranno di più del gesto di mia madre che fa posto in casa per un vagabondo affamato; e non trovo gesto migliore per dire la fierezza di essere uomo di quando mio padre si fece avanti a prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato.

I vostri figli abitino la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche ad uscire di casa, perché ti mette dentro la fiducia in Dio e il gusto di vivere bene.


S. Ambrogio -  IV secolo dopo Cristo

martedì 17 febbraio 2015

La fatica del genitore (di Franco Nembrini)


Riprendo da "LA CROCE Quotidiano" del’17/2/2015 un articolo scritto da Franco Nembrini. Resto a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto.

Da parte dell’adulto l’educazione comporta sempre un rischio, comporta sempre una misteriosità, un’imprevedibilità, l’impossibilità di dare alcunché per scontato. Il rischio è necessario alla libertà dell’altro, e scommettere tutto sulla libertà è la cosa più difficile e più terribile. Per questo sentiamo come scorciatoia la regola, se riesco a imporre a mio figlio il rispetto della legge penso di aver svolto il mio compito di educatore; e invece ne ho fatto un burattino, o un inadeguato, uno che osserva le regole ma non ha un criterio suo di libertà, una convinzione sua: lo hai tirato su come un burattino, uno schiavo.
Quella delle regole è un tema diffusissimo che ritrovo spesso nelle le domande che mi sottopongono i genitori. Io vi invito solo a riflettere su questo: Gesù nel Vangelo dice due cose. Quando parla della legge dice che Lui è venuto a liberarci dalla schiavitù della legge e quando poi gli chiedono qual è la regola d’oro della vita, apparentemente in modo banale dice che è l’amore: “Ama Dio”. Cioè “Abbiate un ideale grande nella vita, imparate a riconoscere la grandezza della vostra vita e della vostra persona, che è quella infinita che vi ha dato Dio. Riconoscete questa dipendenza da Dio come dono che vi costituisce, perciò siategli grati e riconoscenti, amate Dio e amate il prossimo come voi stessi”.
Non si può pensare che la vita dell’uomo, così legata al tempo e allo spazio, non abbia bisogno leggi e regole. Viviamo dentro alle leggi. Pensiamo alle leggi fisiche: uno non può permettersi di saltare da cinque metri, perché c’è una legge che si chiama gravitazione per cui quando arrivi giù ti spacchi la faccia.
Viviamo soggetti alla legge; ma la regola deve essere strumento e mai scopo. Noi ci mettiamo una buona intenzione che diamo per scontata, e cioè che vogliamo bene ai nostri figli; dopo di che lo scopo della vita diventa che rispettino le regole, e questo è inaccettabile. Se è una sostituzione, il più delle volte inconsapevole, tra lo scopo e lo strumento, è inaccettabile, diventa una guerra di interessi contrapposti. Lo scopo è che il figlio viva e cresca, che venga su in tutta la sua libertà, che abbia anche la libertà di sbagliare, perché è nello sbagliare che ci corregge e che tante volte si prende la misura sulla realtà.

mercoledì 4 febbraio 2015

Il buon padre


"Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi. ...

Se dunque c’è qualcuno che può spiegare fino in fondo la preghiera del “Padre nostro”, insegnata da Gesù, questi è proprio chi vive in prima persona la paternità. 

Senza la grazia che viene dal Padre che sta nei cieli, i padri perdono coraggio, e abbandonano il campo. Ma i figli hanno bisogno di trovare un padre che li aspetta quando ritornano dai loro fallimenti. Faranno di tutto per non ammetterlo, per non darlo a vedere, ma ne hanno bisogno; e il non trovarlo apre in loro ferite difficili da rimarginare."

Papa Francesco - Udienza Generale del 4 febbraio 2015

martedì 3 febbraio 2015

#iostoconipasseggini - Vinto il ricorso al TAR

Vi ricordate la manifestazione contro l'aumento delle tariffe degli asili nido di Roma?
Bene, in molti ci siamo uniti e abbiamo fatto ricorso al  TAR che oggi ci  ha dato ufficialmente ragione! Per quest'anno quindi niente aumenti per le famiglie!