lunedì 19 novembre 2012

Ognuno al posto suo


Oggi fare il padre è difficile, ma ancora più difficile è essere maschi. E si, diciamocelo...noi maschietti (soprattutto quelli con prole) siamo rappresentati dai mass-media come una generazione di "micioni"!
Prima c'era il padre padrone, quella figura di padre che viveva (e avolte ancora vive) di un' obiettiva ingiustizia nel rapporto tra uomo e donna.
Adesso invece c'è il problema opposto: oggi come oggi chiunque abbia un autorità è antipatico per natura. A prescindere. Questo però è un assurdo poiché una  vita senza autorità è disordine!
Dov’è il problema? Il problema è che pare che sia sbagliato rispondere alla "chiamata" maschile...Lo devi fare ma senza esagerare perché altrimenti ricadi nel vecchio schema. E quindi? E quindi credo sia molto importante sottolineare quali siano i ruoli della madre e del padre, oggi, spesso, troppo confusi.
Ci sono delle peculiarità dell'uomo e della donna che sono meravigliose. Padre e madre con le proprie caratteristiche e con la propria natura hanno delle "funzioni" che sono  specularmente complementari. Padre (nell’antica semantica della parola patèr in greco) vuol dire recinto...Il padre quindi è il confine, colui che ti dice no, che ti protegge attraverso i suoi no, ed è colui che ti dice chi sei. Se non hai nessuno che ti dice di no, tu non sai chi sei!!! Se ti dico come è fatta l’Italia, tu disegni i confini, cioè dove finisce. Il confine (cioè il limite) ti identifica cioè ti da un identità. La natura intima del ministero maschile è quindi l’oggettività, la responsabilità,  la custodia e la protezione (mica robetta!)
Le mamme invece hanno nella loro natura intima il dono dell'accoglienza alla vita (non a caso sono loro che portano in grembo il figlio per nove mesi!).  Queste due caratteristiche hanno delle differenze sostanziali che non possono essere confuse. Ma qual'è quindi il problema dei ruoli? Se la madre è quel rapporto viscerale, quella meraviglia da cui imparare la tenerezza e l’accoglienza, non può essere la legge (il no, il limite...) che viene dalla madre perché altrimenti i figli avranno la visceralità confusa con l'oggettività, la legge confusa con la tenerezza. E così se un padre è un mammo, un micione, un cretinotto non esisterà più un punto di riferimento ed ecco che tutto diventa relativo. Ci "tocca" quindi riscoprire quella che dovrebbe essere la nostra natura più intima ma questo ci può far paura perché vuol dire avere delle responsabilità.
E' chiaro che i due ruoli possono (e in alcuni casi necessariamente devono) essere interscambiabili, ma c’è una supremazia naturale, bella, sana e santa che non va mai persa di vista!


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